La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina è favorevole alla ripresa delle lezioni a settembre, ma non pensa di risolvere organizzando le lezioni coi doppi turni. Una delle ipotesi, che verrà valutata nelle prossime settimane, sarà quella di dividere le classi: “la metà degli studenti per metà settimana” andrebbe a scuola, poi l’altra metà, e comunque si terrebbero sempre gli studenti che sono a distanza “collegati, così la socialità resta”, ha dichiarato la ministra.
Durante un’intervista tv, Lucia Azzolina ha aggiunto: “Non possiamo far tornare gli studenti a scuola con 28-30 persone per classe. Io ho sempre fatto una battaglia contro le classi-pollaio”. “A settembre si deve tornare a scuola, gli studenti hanno diritto di tornare a scuola” e questo vale anche “per le scuole elementari”, ha sottolineato Azzolina, ribadendo la possibilità di “una didattica mista”, in parte in presenza e in parte online a distanza.
Non è la prima volta che ci sono continui dietrofront della ministra, sul rientro degli studenti a scuola e sulle modalità di svolgimento delle prove d’esame per i maturandi. Prima si è parlato di un “tutti promossi” che ha fatto gridare allo scandalo corpo docenti, genitori e alunni e la modalità da casa. Poi lo scenario è cambiato.Tra numerosi stop and go, tentennamenti vari e la preoccupazione degli studenti, ha preso corpo la possibilità di far svolgere l’esame in presenza.
Per fugare ogni dubbio al posto delle prove scritte è stato introdotto un maxi colloquio orale davanti ad una commissione composta da docenti interni alla scuola in aggiunta del presidente esterno. Una soluzione del tutto inedita a causa dell’emergenza sanitaria da covid 19, ma ancora con molte incognite. Soluzione che ha lasciato spiazzati gli studenti e alla quale la ministra è giunta dopo molte esitazioni. Anche se la nebbia resta.