“Black Hole Cam” è il nome dello straordinario progetto che ha permesso di realizzare la prima fotografia di un buco nero nello spazio dell’universo.
A immortalare la storica fotografia sono stati gli scienziati della rete internazionale Eht, Event Horizon Telescope, cui partecipano ricercatrici dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, e dell’Istituto nazionale di astrofisica.
Luciano Rezzola tra gli scienziati
Tra gli scienziati che hanno contribuito all’iniziativa, destinata a segnare la storia dell’astrofisica, ci sono cinque recercatori italiani. Tra questi anche Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte, membro del comitato scientifico e collaboratore del progetto che ha permesso di divulgare le prime immagini di un buco nero.
Si tratta della prima prova visiva diretta di un buco nero e della sua ombra. È l’immagine dell’orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio, con una massa equivalente a 6,5 miliardi di masse solari, che si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra, al centro della galassia Messier 87.
Si aprono nuove prospettive per la ricerca
Con questa scoperta, ha sottolineato Rezzolla « si apre la «prima pagina di un libro nel quale è possibile fare osservazioni sempre più accurate di questi oggetti, previsti un secolo fa da Albert Einstein». Pubblicato in sei articoli in un numero speciale della rivista Astrophysical Journal Letters, il risultato è stato documentato dal Consiglio Europeo della Ricerca alla presenza del Commissario Europeo per la Ricerca, la Scienza e l’Innovazione Carlos Moedas.
Le presentazioni sono state fatte in altre cinque conferenze stampa a Santiago del Cile, Shanghai, Tokyo, Taipei e Washington.