Disparità di trattamento economico tra uomini e donne. Il tema è di grande attualità anche durante l’ emergenza Covid -19 in cui vengono messe in evidenza le gravi difficoltà che le donne impiegate nella sanità, 168mila dottoresse e 234mila infermiere, stanno vivendo.
Sono queste le percentuali delle donne che si prendono cura della nostra salute, più del 67 per cento del totale del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale. Il trend da un decennio è in forte crescita (nel 2010 le donne rappresentavano il 63,7 per cento) e medici, infermiere, biologhe, operatrici sanitarie, tecniche di laboratorio, impiegate amministrative ogni giorno lavorano instancabilmente nella nostra sanità pubblica.
La loro insomma non è una vita facile tanto è vero che le dottoresse italiane sono tra le più insoddisfatte e discriminate d’Europa, mentre l’Italia ha una percentuale di infermieri tra i più bassi dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) costretti inoltre a un carico di lavoro eccessivo.
Con il virus dilagante la situazione già critica di molte lavoratrici è destinata a peggiorare nel nostro paese.
L’Italia è al 126esimo posto al mondo per il cosiddetto gender pay gap , ovvero la parità retributiva tra uomini e donne, difficile da colmare e ha uno dei tassi di partecipazione femminile al lavoro tra i più bassi dei paesi dell’Ocse, pari al 48%, percentuale che vede la presenza di tanto lavoro non retribuito.
Su questo sfondo di per sé poco confortante pesano le previsioni sugli impatti devastanti che il virus produrrà sull’economia mondiale e sulle donne in particolare. Su di loro infatti gravano responsabilità maggiori verso la famiglia con i figli a casa e la cura della famiglia. Le percentuali ci dicono poi che il lavoro precario riguarda soprattutto le donne.
Le donne lanciano delle petizioni per la parità di trattamento
Per tutti questi motivi sono state lanciate delle petizioni per sostenere i lavoratori e le lavoratrici vittime dei devastanti effetti economici del coronavirus. Sono diverse le donne in prima linea a rivendicare i diritti, come Francesca Mortara che ha lanciato una petizione per chiedere aiuto ai possessori di partita iva e tra queste molte donne, Maria Santi invece ha chiesto di sostenere una petizione chiedendo voucher per le babysitter.
Decreto Cura Italia
Questo appello è stato accolto e nel decreto Cura Italia sono state inserite misure di sostegno dei lavoratori con figli piccoli cui badare.
In alternativa al congedo parentale straordinario, i lavoratori dipendenti e gli autonomi – compresi gli iscritti a Casse di previdenza private – potranno usufruire del bonus baby sitter INPS per coprire una parte delle spese sostenute dalle famiglie a causa dell’emergenza coronavirus, a copertura delle somme sostenute nel periodo di chiusura delle scuole.