E’ difficile fare previsioni, ma la stagione turistica in Sardegna sembra molto compromessa. La speranza è che, con la discesa della curva dei contagi ci sia la possibilità di recuperare nella seconda parte dell’estate, da agosto a settembre. L’intero comparto turistico nell’isola è in ginocchio, a causa dell’emergenza Covid 19, se si pensi che da solo il turismo vale l’8% del Pil, mentre il 6% è l’indotto che ne deriva. Lo stesso Governatore della Sardegna Christian Solinas ha insistito sulla necessità di salvaguardare l’industria delle vacanze per aiutare le imprese a superare questo periodo fino alla riapertura, con un disegno di legge per aiuti alle aziende del settore turistico.
Il blocco Covid 19 ha causato danni enormi ma la Sardegna si mobilita
Intanto i danni del lockdown sono enormi: il fatturato del settore avrà un crollo di 514milioni di euro: 325milioni le strutture ricettive e 188milioni la ristorazione.
Per questo la Sardegna corre ai ripari e si mobilita. Da Santa Teresa di Gallura parte il “Manifesto della Sardegna resiliente”, ovvero la sfida post pandemia per la fine della crisi con un turismo basato su natura, ambiente, salubrità e con una riprogrammazione delle regole dell’accoglienza. L’obiettivo è quello di costruire un modello di turismo ambientale con adeguate precauzioni come il distanziamento in spiaggia e nei locali, riorganizzazione di strutture e servizi, sanificazione.
Nel sud Sardegna nasce “Per” un progetto di rinascita
Il dopo emergenza del sud Sardegna, invece, si chiama “Per”, Progetto etico di rinascita che guarda al web, coinvolge Cagliari e Villasimius e propone le relazioni di vicinato, la solidarietà e l’etica del fare impresa in alternativa ai colossi del commercio online. Intanto in occasione della Pasqua verranno messi drappi neri alle finestre degli alberghi. L’iniziativa di Federalberghi Sud Sardegna, vuole richiamare l’attenzione sulla grave crisi che ha investito le strutture ricettive ed il sistema turistico, orgoglio dell’economia della Sardegna.
La scienza frena
Le iniziative e le mobilitazioni sono tante anche se la scienza frena. “È esclusa la trasmissibilità del virus in ambiente marino, ma ogni previsione è prematura”, avverte Stefano Vella, medico infettivologo, scienziato e componente del comitato tecnico-scientifico che supporta la Regione Sardegna. “Per fare previsioni serve ancora qualche mese – ritiene – ad aprile e maggio si acquisiranno i dati per capire se davvero il virus se ne sta andando”- precisa Vella.