Donne e dee madri in un docufilm

Storie di oggi e di ieri,  donne del passato come Eleonora D’Arborea e Grazia Deledda  sino  alle  figure attuali  di Clara Vigo, maestra del bisso e Maria Lai, artista di fama internazionale. Queste sono solo alcune delle protagoniste del  docufilm “Donne e dee di Sardegna. Féminas e divas de Sardinia”, diretto da Daniela Vismara, prodotto da Rai Sardegna in collaborazione con il Centro di Produzione Rai di Milano. Donne protagoniste della storia sarda i cui intrecci sono stati presentati per tappe da  Nuoro a  Oristano, da  Fordongianus  al  Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, dove in contemporanea è stata allestita la mostra  “Donna o Dea”, dedicata alle raffigurazioni femminili nella preistoria e protostoria sarda,  curata da Silvia Fanni, Laura Soro e Marcella Sirigu. La forza del documentario è quella di dimostrare  la presenza di culti legati alla Dea Madre   in Sardegna che hanno consentito alle donne di avere un ruolo paritetico a quello degli uomini anche in tempi più recenti. Dalla figura della giudicessa Eleonora, promulgatrice della Carta de Logu, al premio Nobel Grazia Deledda, dalla banditessa  del Supramonte Paska Devaddis a Grazia Dentoni ideatrice del progetto “Matrilineare”. Dall’antica Dea madre che si è trasformata nella Madonna nel Cristianesimo, la donna in Sardegna ha mantenuto inalterato il suo ruolo da protagonista  nel lavoro, in attività  creative, nella famiglia. Il video mostra come la  cultura matriarcale abbia avuto in terra sarda uno sviluppo eccezionale,  e recenti ritrovamenti archeologici, hanno messa in evidenza la sorprendente dimensione   femminile soprattutto nel Neolitico e nell’Eneolitico (6.000 – 1.500 a.C). Va sottolineato però  che la sacralità del principio femminile si è conservata anche nei periodi successivi, in età  fenicia si è intrecciata al culto della dea Tanit e, durante la colonizzazione punico-romana, al culto di Demetra/Cerere. Il docufilm, sull’onda delle musiche di Elena Ledda e Zoe Pia, delinea  il polo femminile di famiglia-fertilità, sacralità   come elemento di forza  attraverso il quale sottolineare il ruolo chiave della donna dall’antichità ai giorni nostri.  Il racconto si snoda intorno ai contributi di donne (dai riti carnevaleschi di  Savina Dolores Massa, a Grazia Dentoni con le sue rappresentazioni teatrali in contesti archeologici), che hanno dato il loro contribuito alla costruzione  dell’identità sarda.

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