Rispetto al cibo c’è una consapevolezza maggiore ed è risaputo che un’alimentazione scorretta e inadeguata, povera di cibi sani e ricchi di nutrienti può causare malattie e diminuire le aspettative di vita.
Insomma l’assunzione errata di alimenti, sia nella quantità che nella qualità, può generare stati patologici soprattutto se è associata a una vita sedentaria.
A sostenerlo è anche la valutazione più completa delle principali cause di morte nel mondo del Global Burden of Disease Study, lo studio che riporta i dati sulle cause di rischio della popolazione mondiale di differenti ambiti geografici e sociali.
Secondo i dati riportati, sono tre le più importanti cause di morte: malattie cardiovascolari (9.497.300 di morti), seguite da cancro (913.100 morti) e diabete (338.700) a seguito di una dieta sbagliata.
Una percentuale enorme se si considera che il tabacco ha causato 8 milioni di morti nello stesso anno, e la pressione alta 10,4 milioni di decessi.
L’alimentazione poco sana è inoltre risultata all’origine di 255 milioni di casi di disabilità. Un decesso su 5 di quelli che si registrano ogni anno in tutto il mondo è dunque da ricondurre a scelte alimentari poco equilibrate.
C’è chi soffre per la penuria di cibo, e chi, invece, ogni giorno ha a disposizione quantità sufficienti o anche superiori a quelle necessarie, ma di scarsa qualità.
Sono diversi i fattori alimentari che incidono sulla salute
Ma vediamo in ordine quali sono i fattori alimentari che più incidono sulla salute. L’eccesso di sodio, carenza di cereali integrali , scarsità di frutta sono alla base di una dieta totalmente squilibrata.
Ad essere sotto accusa sono anche il consumo di bevande zuccherate, il consumo di grassi animali e in particolare di carni rosse, la quasi totale assenza di frutta secca, omega 3 e fibre vegetali.
Il cibo nel mondo
Mentre il Giappone è il paese dove si mangia più sano, tre la nazioni con maggiore incidenza al mondo c’è l’Egitto che conta i più alti indici di morti legate al cibo (552 ogni 100.000 abitanti).
I Paesi dell’area mediterranea, come Italia, Francia e Spagna, si trovano nella fascia di rischio inferiore (da 0 a 50 morti per dieta scorretta ogni 100.000 abitanti).
E’ importante comunicare in modo adeguato
Secondo gli esperti serve un’informazione adeguata sugli effetti nefasti di una dieta squilibrata. Occorre un cambio di rotta con una comunicazione capillare attraverso i principali mass media che deve passare dall‘etichettatura dei menù e degli alimenti, dalla tassazione dei cibi meno salutari alla promozione della salute nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
Già si pensa a programmare delle campagne di comunicazione adeguate, in cui si esortano i consumatori ad assumere ingredienti alleati ed evitare quelli prodotti più insidiosi con un’attenzione particolare a quei cibi vegetali, che hanno un impatto positivo anche sull’ambiente.