Spiagge in Sardegna: nuove oasi a numero chiuso per un turismo sostenibile

Il fronte dei sindaci sardi si compatta per la tutela delle coste più fragili. Se a Quartu Sant’Elena si è deciso di posticipare al 2025 l’introduzione del ticket per Mari Pintau, da Santa Teresa Gallura e Arzachena arriva una stretta decisa: Rena Bianca e Le Piscine di Cannigione saranno a numero chiuso per l’estate 2024.

Un esempio da non dimenticare: la Spiaggia Rosa.

La dolorosa vicenda della Spiaggia Rosa, sull’isola di Budelli, rappresenta un monito per tutti. Saccheggiata per anni da turisti incuranti, questa perla del Mediterraneo è stata sottratta alla fruizione del pubblico per preservarne l’integrità. Per evitare che altri paradisi subiscano lo stesso destino, è necessario un cambio di rotta.

L’obiettivo: regolamentare senza proibire.

Le amministrazioni locali non intendono chiudere le spiagge al pubblico, ma piuttosto regolamentare gli accessi per garantire un turismo più consapevole e rispettoso dell’ambiente. Attraverso studi scientifici, viene definito il numero massimo di visitatori giornalieri che ogni singola spiaggia può sopportare senza subire danni irreparabili.

Un numero massimo di visitatori per tutelare l’ambiente.

L’obiettivo è chiaro: limitare l’impatto dell’afflusso turistico su ecosistemi delicati. Già in diverse zone della Sardegna sono state attivate misure simili:

  • San Teodoro: Cala Brandinchi e Lu Impostu con un massimo rispettivamente di 1.447 e 3.352 persone.
  • Stintino: La Pelosa con un limite di 1.500 bagnanti.
  • Villasimius: 450 ingressi per Porto Sa Ruxi e 700 per Punta Molentis.
  • Teulada: A Tuerredda possono accedere al massimo 1.100 persone.
  • La Maddalena, Orosei e Santa Teresa Gallura: 1.015 visitatori per Rena Bianca.
  • Arzachena: numero chiuso anche per Le Piscine di Cannigione.
  • Baunei/Dorgali: Cala Goloritzè, Cala Mariolu, Cala Luna

 Un monito per il futuro: turismo sostenibile e rispetto per l’ambiente.

La tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio passano necessariamente attraverso un modello turistico più sostenibile e rispettoso e da qui nasce l’esigenza di tutelare e preservare il più possibile  le spagge dell’isola.

Un contributo per la tutela del patrimonio.

Ai visitatori viene richiesto un piccolo contributo economico, finalizzato alla conservazione e al miglioramento delle spiagge. Questi fondi serviranno a contrastare l’erosione, a garantire servizi adeguati e a promuovere iniziative di sensibilizzazione per un turismo più sostenibile.

Un modello da seguire per un futuro più verde.

L’introduzione del numero chiuso in queste spiagge rappresenta un passo importante verso un turismo più responsabile e rispettoso dell’ambiente. Un modello da seguire con attenzione e da replicare, se necessario, anche in altre aree d’Italia per preservare la bellezza inestimabile del nostro patrimonio paesaggistico.

 

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