Incontro urgente del Presidente del Consiglio alla Camera per informare sulla Fase 2 e per precisare le iniziative del Governo sulla ripresa delle attività economiche. Nel discorso di Conte sono stati condensati alcuni punti fondamentali, in particolare sulle fughe in avanti di Veneto e Calabria che, con iniziative private, vogliono riaprire le attività commerciali in anticipo sulla tabella stabilita dal Governo.
Il nostro Paese non può tornare subito alla normalità, in quanto, ha sottolineato Conte, “non siamo usciti dalla pandemia, siamo ancora dentro” . Questo rende impossibile la riapertura subito di tutte le attività e condanna le iniziative di alcune regioni, sottolineando che “sono illegittime le norme meno restrittive”.
Il premier ha messo in evidenza il rapporto del comitato tecnico-scientifico sulla riapertura totale che porterebbe a un rischio elevatissimo di ripresa dei contagi. Per evitare di superare il livello 1 e di saturare la disponibilità di posti nelle terapie intensive, è necessario procedere gradualmente. Infatti “gli esperti ci indicano che sono quattro i fattori principali di crescita dei contagi: i contatti familiari, i luoghi di lavoro, la scuola,le relazioni di comunità”, ha detto Conte nel suo discorso.
Rispetto agli attacchi mossi dall’opposizione e da alcuni deputati del Pd sul mancato coinvolgimento del Parlamento nelle decisioni, il premier si è soffermato sulla bontà del suo operato: “le misure prese fin qui tengono conto di tutti gli interessi. Sono frutto di una interlocuzione con tutti i membri del Governo, i capi delegazione di maggioranza, le parti sociali e i rappresentanti degli enti territoriali riuniti più volte in una cabina di regia“. Anche il Parlamento, ha precisato Conte, è stato costantemente informato, e lo dimostra la mia presenza in questa e in altre occasioni. Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di metodo con un costante confronto con il comitato tecnico-scientifico”.
Sulla crisi economica il presidente del Consiglio ha comunicato che se l’emergenza durerà ancora, il Pil nell’anno in corso subirà una perdita del 10,4%. Per questo verranno eliminati tutti gli aumenti Iva previsti per il 2021 e il Governo dovrà destinare 15 miliardi di euro a sostegno delle imprese. La Cassa depositi e prestiti invece anticiperà 12 miliardi di euro agli enti locali.